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Magali

Magali
lunedì 24 maggio 2010
Oggi inizia una nuova settimana, per fortuna qui all’insegna del bel tempo …
Qui di seguito vi abbiamo scritto una favola diteci che ne pensate …

Il vento, quella notte, sembrava rincorresse i prati, gli alberi, le foglie, come se volesse cambiar di posto a tutto quello che incontrava sulla sua strada. Dopo aver creato mulinelli, vortici e folate fantasiose, come per incanto si placò. Tutto era sottosopra, scompigliato, come dopo aver trascorso una notte movimentata!
Un piccolo seme, trasportato dalla furia del vento, si trovò nell’incavo di una roccia, non stava troppo male, perché anche della terra era stata sospinta insieme a lui. Passò del tempo, pioggia e sole si alternarono e qualcosa iniziò a mutare all’interno della fessura. Con forza e tenacia iniziò a germogliare, lo stelo pian piano s’innalzò accompagnato da foglie sinuose, un fiore sbocciò e tutto questo sapeva un po’ di miracolo. Era una calla e si trovava un po’ a disagio in quell’ambiente così ostile, non c’era null’altro che roccia intorno e lei, spesso, si domandava cosa ci facesse lì.
Si consolava nelle giornate di sole quando i raggi la scaldavano e facevano risplendere la sua corolla, allora si perdeva e fantasticava immaginando luoghi lontani, il suo più grande desiderio era di andar via alla scoperta di nuovi mondi. All’improvviso un leggero vento iniziò ad aleggiare e lei udì una voce “sono il folletto del vento”. All’inizio pensò di sognare, perché non vedeva nessuno, ma sentiva solo l’aria che delicatamente si spostava. Si sentì di nuovo ripetere “sono il folletto del vento e sono qui da te perché devo rimediare un danno. La notte in cui il tuo seme fu trasportato violentemente in questa pietraia desolata, fu commesso un grande errore, uno dei miei fratelli era talmente arrabbiato che sollevò qualsiasi cosa ostacolasse il suo cammino. Tu non dovevi nascere qui, questo non è il tuo posto, quindi ora per ripagarti potrai esprimere un desiderio”. Il fiore si era sempre sentito a disagio in quel posto così desertico e in cuor suo aveva sempre avuto la consapevolezza che qualcosa sarebbe cambiato, certo che esprimere un desiderio era proprio una bella sorpresa! Riflettè un attimo e poi esordì con tutta la forza che aveva “vorrei essere una tigre e trovarmi in un posto verdeggiante”.
Il folletto del vento si concentrò, fece piroette, giravolte e poi un vortice sempre più intenso intorno al fiore. Come per incanto tutto mutò. Eccola finalmente tigre: felice, con la sua pelliccia morbida e pulita, il naso volto ad annusare l’aria, le zampe che non sapevano dove andare, quale sentiero nuovo intraprendere per primo! Era consapevole di essere stato fiore costretto, dal movimento impedito e proprio questo le dava questa gioia indescrivibile, di correre assaporando ogni piccola sfumatura di quel gesto, vivendolo come sensazione unica ! Poteva respirare a pieni polmoni! L’aria, il movimento rappresentavano la libertà tanto desiderata! Non sapeva cosa le potesse riservare il futuro, situazioni belle o brutte, ma in quel momento solo una cosa aveva importanza: era finalmente libera, senza costrizioni: ora era felice.

Helga e Magali

Ed ecco la ricetta del giorno
Focaccia al formaggio
Ingredienti:

400 g di farina Manitoba
350 gr. di stracchino (io ho usato quello di capra, è più magro, ma forse si scioglie meno)
8 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
sale
1 ½ dl di acqua minerale naturale

Preparazione:
in un’insalatiera impastate la farina e il sale. Aggiungete dolcemente l’acqua tiepida e 5 cucchiai di olio, continuando ad impastare.
Quando l’impasto è omogeneo mettete a riposare in luogo caldo per un’ora circa.
Con un matterello stendete due sfoglie molto sottili, mettetene una in una teglia unta di circa 26 cm di diametro.
Dividete lo stracchino in pezzetti e metteteli sulla sfoglia. Coprite con l’altra sfoglia di pasta e con le dite fate aderire prima tutti i bordi esterni e poi forate casualmente la pasta con una forchetta.
Cospargete con 3 cucchiai di olio la superficie e salate in superficie.
Preriscaldate il forno a 220° e infornate per 20 minuti.
Servite caldo.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

4 commenti:

cristi ha detto...

E' ispirata alla focaccia di Recco? Sai che ho gli stessi bicchieri in verde a Massino? E la tovaglia viene dalla Camargue?

Franci ha detto...

Vale se dopo quasi due anni ti scrivo "slurp" ???

Franci ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Franci ha detto...

Sto per sfornare la tua focaccia, con cui parteciperò al "The recipe-tionist"... per ora ha una faccia FANTASTICA! Grazie :)
Se ti va passa a trovarmi, http://scorribandeincucina.blogspot.com

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