I NOSTRI VIDEO ....

PER VEDERE I NOSTRI VIDEO (TROPPO DIVERTENTI!) ANDATE IN ALTO ALLA DESTRA DELLA SCRITTA HOME PAGE

Lettori fissi

Magali

Magali
domenica 30 novembre 2014
Come avrete ben capito sono una donna eclettica, la cucina è una componente di questo blog, ma non ne rappresenta l'esclusività. Vi ho anticipato che avrei condiviso con voi luoghi insoliti, nascosti, stupendi, scoperti durante l'ultimo mio soggiorno a Parigi. Uno di questi è la Fondation Henri Cartier Bresson, nel 14esimo arrondissement, in un impasse che si fatica a trovare, perché non è molto segnalato.
Da molti anni Henri Cartier-Bresson, Martine Franck e la loro figlia Mélanie avevano deciso di creare la Fondazione, che ha aperto le sue porte nel maggio 2003 in un elegane atelier di Montparnasse, costruito nel 1912 e ristrutturata per l’occasione.
Lo scopo della Fondazione è quello di conservare in Francia un patrimonio eccezionale ed inalienabile. Per mostrare al pubblico attraverso le angolazioni delle mostre, i tesori stabilmente custoditi o le opere di altri fotografi persino di pittori, scultori, disegnatori. Questa è la grande originalità di questa fondazione, che vi presento attraverso questi miei scatti.


Ho scoperto la Fondatzione in occasione di questa mostra, una delle tante che ho visitato in quanto novembre a Parigi è stato il mese della fotografia.
William Eggleston, fotografo americano nato nel 1939, originario del sud degli Stati Uniti dove vive ancora attualmente. E’ diventato l’artigiano di una nuova concezione della fotografia a colori, grazie alla sua esposizione al MoMa di New Yord nel 1976, non poco controversa all’epoca: il colore significa ancora una connotazione di volgarità per il mondo dell’arte.
Scatti emblematici dell’America di quell’epoca, i supermercati, i particolari come la bottiglia di coca cola in primo piano nitida con il resto perfettamente sfocato anche il piano antistante del tavolino dove è posta la bevanda (purtroppo non l'ho trovata per pubblicarla), le pompe di benzina, le persone ... E così molte altre, ottime fotografie sia in bianco e nero che a colori supportate da una tecnica di stampa semplicementeeccezionale. Ve ne mostro qualcuna ed inizio con quella del ragazzo che spinge i carrelli del supermercato, una delle sue fotografie più famose utilizzata anche per la brochure della mostra.
Ed ora andiamo in cucina con una ricetta che ho preparato solo per me durante una delle tante cene beatamente solitarie in quel di Parigi. Ci sono le patate viola che li sono molto diffuse con il loro tipico sapore simile a quello delle castagne, semplice, rapida, ma ottima.


Pesce in viola e verde
Ingredienti per 2 persone:
2 filetti di branzino
2 cucchiai di pesto (purtroppo comprato)
4 patate violette
olio d’oliva
sale

Preparazione:
lavate, asciugate le patate, pelatele e affettatele con la mandolina. Fatele cuocere in acqua bollente salata per 3 minuti.
Preriscaldate il forno a 220°, ungete una teglia mettetevi i filetti di pesce, un pizzico di sale e mettete su ogni filetto un cucchiaio di pesto. Mettete in forno e fate cuocere circa 6 minuti dipende dallo spessore e dalla grandezza del filetto.
Fate un “letto” di patate, condite con un pochino d’olio o con del pesto, secondo il vostro gusto, adagiatevi sopra il pesce e servite.
E come dice Magali “leccatevi i baffi”.

4 commenti:

maria pia mascaretti ha detto...

Grazie per le belle fotografie con cui sono un po' entrata anch'io in questo angolo molto interessante di Parigi !
La ricetta del pesce in viola e verde è adatta anche alle mie scarse capacità, è originale e stuzzicante ! Ciao Pia e Ursula

Fabiana Del Nero ha detto...

Meno male che non sei appassionata "solo" di cucina sennò ci saremmo persi tutto.
Sarebbe proprio stato un peccato!

Rosetta ha detto...

Bella ricetta, Helga, le patate viola le mangio solo quando vado a Londra a vedere i nipotini, a MI non le ho mai trovate e qui in montagna men che meno.
Buona serata un bacione a te ed alla pelosetta.
Mandi

elenuccia ha detto...

Che posto stupendo. Una location favolosa per delle mostre. Le foto ovviamente sono stupende, e ovviamente sono il frutto di un genio. Dalla mia nuova spacciatrice di stranezze ho scoperto che ci sono due tipi di patate viola, quelle violette che perdono un po' il colore quando le cuoci e altre molto più scure che rimangono proprio viola scure anche dopo cottura. Io le trovo comunque buonissime

Posta un commento

Dite la vostra!

ELENCO RICETTE

ELENCO RICETTE
clicca sul micio!

Cerca nel blog

Archivio blog